La Reincarnazione: Ecco le prove
Il fondamento della reincarnazione è la convinzione che dopo la morte l’anima inizi una nuova vita in un altro corpo.
Si tratta di una credenza che trae le sue origini nel passato, al punto che tra i primi studiosi che se ne sono occupati abbiamo Pitagora, matematico e filosofo greco che nel VI secolo a.C. si fece promotore della metempsicosi, dottrina secondo cui l’anima trasmigra da un corpo morto in un altro.
Volendosi concentrare su studi più recenti possiamo citare innanzitutto Max Planck (1858-1947), fisico tedesco iniziatore delle teorie di fisica quantistica secondo cui la coscienza è fondamentale e la materia secondaria, nel senso che la coscienza sopravvive a quest’ultima.
Un suo allievo, Hans Peter Duerr, ben sintetizza questo concetto affermando che “quando pianifico immagino di aver scritto la mia esistenza in questo mondo su una specie di hard disk sul tangibile (il cervello), e di aver anche trasferito questi dati su un campo quantico spirituale, così da dire che quando morirò, non perderò queste informazioni, questa coscienza. Il corpo muore ma il campo quantico spirituale continua. In questo modo, io sono immortale”.
Grandissimo studioso dell’argomento è Jim Tucker, psichiatra dell’università della Virginia che ha intervistato ben 2500 bambini prima della stesura del suo libro Life Before Life. Si tratta di bambini che ricordano le loro vite precedenti e che gli hanno permesso, al termine del suo studio, di affermare che la coscienza è energia, non fa parte dei nostri corpi ma vi è solo contenuta e che quindi dopo la morte può insediarsi in un altro corpo.
Anche Robert Lanza, padre del biocentrismo, afferma che la coscienza viene rilasciata nell’universo tramite particelle subatomiche dopo la morte fisica del corpo che l’ha ospitata.
Numerosi sono gli esempi riportati non solo nel testo di Tucker ma anche in quello dello psichiatra Ian Stevenson (Bambini che ricordano altre vite), tra questi, tanto per citarne alcuni, ricordiamo il caso delle sorelle Pollock, quello di James Leininger e quello di Shanti Devi.
Sono tutte storie che hanno in comune bambini che ricordano chiaramente di avere avuto un’altra vita, parlando di altri genitori, ricordando luoghi e persone mai visti da loro nella vita attuale e che spesso hanno sul corpo segni che possono essere legati a quanto accaduto loro in passato.
Reincarnazione: l'attualità
Un caso attuale che merita di essere citato è quello di Jenny Cockell, una bambina che ricorda di essere vissuta come Maria Sutton, di avere avuto otto figli e della sua angoscia nel rendersi conto che sarebbe morta e li avrebbe lasciati da soli. Jenny, portata dai genitori nel luogo dove diceva di aver vissuto, non solo riesce ad incontrare alcuni dei suoi figli ma questi confermano ciò che lei aveva ricordato, compresi i giochi e le fiabe che raccontava loro.
Ian Stevenson è convinto che le emozioni, le memorie, le ferite possano essere trasferite da una vita all’altra. In Reincarnation and Biology: A Contribuition to the Etiology of Birthmarks and Birth Defects (1977) analizza 11 casi in cui i segni presenti alla nascita corrispondono a ferite mortali avvenute in vite precedenti e ricordate dai bambini.
Spesso si è potuto verificare che paure innate e che non abbiano delle chiare motivazioni nella vita attuale abbiano la loro origine in fatti avvenuti in vite precedenti.
Allo stesso modo si sono avuti casi di bambini prodigio in grado di fare cose impensabili per la loro età, che devono queste loro capacità a chi erano in un’altra vita. Un esempio è la storia di Christian Haupt, un bambino che a soli due anni ha dimostrato di avere delle doti fuori dal comune nel baseball e allo stesso tempo ha iniziato a ricordare episodi della sua vita come Lou Gehrig, leggenda del baseball americano degli anni Venti e Trenta (Il bambino che sapeva troppo, di Cathy Byrd).
Non possiamo purtroppo citare prove scientifiche eseguite in laboratorio che dimostrino l’effettiva esistenza della reincarnazione, ma il fatto che non possa essere provata senza ombra di dubbio non può portarci ad evitare la numerosa casistica analizzata dagli studiosi negli ultimi anni. Il fatto che non ci sia una prova tangibile non significa che la reincarnazione non esista, tutt’altro!
Attraverso sedute di ipnosi regressiva la persona può andare a ricordare chi era in altre vite e trarne aiuto in questa vita. Per ulteriori informazioni contattatemi!