Lo Psicomanteo
Lo psicomanteo è un metodo usato fin dall’antichità per esplorare la nostra coscienza e le realtà multidimensionali. Attraverso lo psicomanteo la persona può entrare in contatto con gli spiriti guida così come con i propri cari defunti.
Oggi parlando di psicomanteo ci riferiamo principalmente a quello di Raymond Moody, esperto delle esperienze di pre-morte, ma tecniche simili erano praticate anche molto prima in diverse culture. Gli Aztechi si servivano degli specchi di ossidiana (detti anche specchi fumosi in quanto non vi si vedeva in modo chiaro) per ricevere messaggi dall’aldilà, per avere soluzioni ai propri problemi e anche per liberare la persona da blocchi energetici. Gli Sciamani della Siberia usavano superfici riflettenti di rame, come fossero una sorta di specchio. Gli Africani in modo molto simile si servivano di contenitori riempiti di acqua, così come i tibetani che ricorrevano a recipienti pieni di vari liquidi. Infine, i giapponesi mettevano una goccia di olio sull’unghia del pollice della persona per creare sempre una sorta di superficie riflettente.
Raymond Moody: lo Psicomanteo
Raymond Moody ha preso spunto principalmente dal modello dell’Antica Grecia dove si faceva entrare la persona in un luogo poco illuminato in cui all’interno era stata collocata una superficie riflettente nella quale, una volta raggiunto un livello alterato di coscienza, potevano appunto vedere i loro cari defunti, gli spiriti guida, scene simboliche o appartenenti a vite precedenti particolarmente significative.
Lo studioso americano ha cercato di riprodurlo nel suo studio per permettere a chi ne sentiva il bisogno di entrare in contatto con i propri defunti in un ambiente protetto e controllato.
Si tratta di una stanza di pochi metri quadrati, totalmente avvolta nell’oscurità se non per la luce di una candela. La persona può entrare nella stanza solo con il terapeuta o volendo anche con una persona cara che le dia sicurezza e tranquillità. Una volta all’interno si accomoderà su una poltroncina e inizierà a fissare un punto in uno specchio posto di fronte a lei in modo tale che non vi si rifletta. Fissando costantemente lo stesso punto raggiungerà uno stato di trance ipnotica che gli permetterà di vivere al meglio l’esperienza. Dopo un tempo che può variare dai 20 minuti alle 2/3 ore comincerà molto probabilmente a vedere una sorta di cielo nuvoloso nello specchio, segno che sta per manifestarsi la presenza di un defunto o dei maestri. La persona può comunicare con loro e, in casi molto rari, può arrivare anche a toccarli. La comunicazione può avvenire sia tramite parole, sia tramite l’apparizione di simboli che hanno un significato particolare per la persona.
Come dimostrato da vari studi ciò che si verifica tramite lo psicomanteo non ha niente a che fare con le allucinazioni, ma si tratta di veri e propri contatti attraverso cui a volte, come testimoniato da Dianne Arcangel (collega di Raymond Moody) la persona veniva a conoscenza di cose di cui prima era totalmente all’oscuro e che si sono poi rivelate vere.
Così come per le esperienze di vite precedenti ricordate attraverso sedute di ipnosi regressiva anche in questo caso si assiste ad un cambiamento radicale di atteggiamento nei confronti della morte.
L’85% delle persone che si sono rivolte a Raymond Moody per fare l’esperienza dello psicomanteo ha avuto risultati positivi, di questi la maggior parte è riuscita ad entrare in contatto con gli spiriti o con i loro defunti direttamente nel suo studio mentre il 25% ha avuto questi contatti una volta rientrato a casa.
Oltre che per entrare in contatto con realtà multidimensionali lo psicomanteo è un ottimo modo per dedicarsi alla meditazione.
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